domenica 27 gennaio 2013

MPS. Ciò che è accaduto a Siena ripropone la necessità di una riforma profonda del sistema bancario



La vicenda del Monte dei Paschi ripropone il problema delle Banche e dei Banchieri che invece di finanziare i mutui e le aziende speculano e creando danni ad una intera nazione. Ancor più oggi ha validità ciò che abbiamo scritto qualche mese fa e che riproponiamo con forza.

Nel 1462 a Perugia nasce il Primo Monte di Pietà su iniziativa del Padre Francescano Michele Carcano. In seguito altri Francescani tra i quali Bernardino da Feltre, che fondò quelli di Mantova 1484, Padova 1491, Crema e Pavia 1494, si fecero promotori di iniziative simili. Negli stessi anni, e sempre su sollecitazione dei Francescani nascono diversi Monti di Pietà in Toscana tra cui quello di Siena (1472) da cui deriva tutt’ora l’omonima banca.
La funzione del Monte di Pietà era quella di mettere in circolo la ricchezza”, fornendo ai contadini e in seguito agli artigiani piccole somme che permettevano loro di effettuare la semina o produrre utensili. Somme (debito) che poi avrebbero ripagato al momento del raccolto o della vendita del prodotto.
Inizialmente i Monti di Pietà prestavano gratuitamente piccole somme e al termine del prestito si limitavano a restituire il “pegno” avuto in garanzia. In seguito con l’aumentare degli ammontari prestati, al fine di non ripercorrere la strada dell’usura, i Francescani misero un tetto al “tasso di interesse”, calcolandolo nella misura massima del 6%. L’interesse aveva una sua ragione solo al fine di sostenere le spese del Monte e per ripagare in piccolissima parte chi forniva i denari da prestare.
In queste poche righe di storia si racchiudono i concetti su cui dovrebbe fondarsi un sistema bancario moderno ed efficiente:
1. finanziare gli investimenti necessari per creare e sviluppare le imprese e più in generale le attività produttive
2. finanziare gli investimenti delle famiglie
3. trasferire (momentaneamente) il surplus di risparmio, (moltiplicandolo attraverso la leva) verso attività che necessitano supporto finanziario per potersi sostenere.
Un sistema finanziario è il perno dello sviluppo di un paese quando svolge in modo “moderno” le stesse funzioni per le quali sono nati i Monti di Pietà. Certo, oggi una banca, grazie al frazionamento dei rischi e dovendo mantenere solo una piccola riserva di liquidità, può addirittura “creare” liquidità in questo modo il sistema nel suo complesso supera il semplice “trasferimento di ricchezza” e diviene motore esso stesso dello sviluppo creando moneta; ma il fine ultimo del sistema bancario è anticipare risorse per permettere, oggi, l’avvio di attività che saranno ripagate, in futuro, grazie al lavoro.
Il terribile “credit crunch” che sta attanagliando l’Europa, di fatto, ha ridotto enormemente la capacità del mondo bancario di fornire credito a imprese e famiglie ed è una delle ragioni della attuale crisi economica.
Il credit crunch deriva da 2 errori di lungo periodo: errori ben conosciuti ma di cui si parla pochissimo e sono totalmente ignorati dai grandi media:
1. Nel 1999 Bill Clinton con l’avvallo della maggioranza Repubblicana del Congresso (quindi bipartisan) abrogò il Glass-Steagall Act. Era la legge istituita nel 33 (al culmine della crisi del 29) che separava le attività delle banche d’affari dalle banche di credito ordinario. L’abrogazione del Glass-Steagall Act fu l’ apertura del vaso di Pandora. Da quel momento le banche iniziarono ad occuparsi più di derivati che di credito ordinario e si misero le premesse per il disastro;
2. L’istituzione delle Stock Option come pagamento dei compensi dei top manager del sistema bancario. Questo incentivò enormemente i manager a portare avanti politiche di breve o brevissimo respiro, per far si che gli utili esplodessero e consentissero loro di massimizzare i guadagni, senza badare alla sostenibilità a lungo termine delle politiche avviate.
Dopo anni di eccessi la crisi dei “mutui sub-prime” fu la goccia che fece traboccare il vaso e nel 2009 l’Intero sistema bancario occidentale rischiò il blocco con default a catena di banche. Va detto per amor di verità che il sistema con maggiori difficoltà fu quello USA, mentre in Europa furono le banche Britanniche e quelle Tedesche a soffrire maggiormente. In tutti e tre i paesi la crisi di illiquidità e in molti casi di insolvenza del settore bancario fu risolta con massicci interventi pubblici finanziati con deficit dei 3 stati. (deficit che incrementarono il debito complessivo di tali stati di molti punti percentuali del PIL)
In Italia, paese che aveva mantenuto maggiormente la separazione tra banche commerciali e merchant bank, non ci fu alcun fallimento e nessuna banca dovette essere ricapitalizzata dallo stato. Alcune, limitate situazioni di illiquidità furono superate con i famosi “Tremonti Bond” ma furono situazioni limitatissime e nelle quali lo stato guadagnava (i tassi di interesse dei Tremonti Bond erano elevati).
Capire le origini della crisi è il primo passo per proporre rimedi. Vediamo le principali azioni politiche da sostenere per scongiurare nuove crisi e per riavviare lo sviluppo:



Credit Default Swap su stati sovrani
- Riproporre una legge simile al vecchio Glass-Steagall Act con il quale reintrodurre la separazione tra banche di credito ordinario e banche d’affari. (solo le seconde possono avere la possibilità di commerciare derivati)
- Vietare le stock option per i manager del settore bancario
- Porre tutte le transazioni dei derivati quali i CDO e CDS (i famigerati Credit Default Swap, che dovrebbero assicurare dal fallimento addirittura gli stati sovrani e che sono divenuti uno strumento improprio per misurare la salute economica degli stati) all’interno di mercati con regole precise e dove la trasparenza è assicurata (oggi vengono gestiti solo da alcune grandi banche internazionali

martedì 22 gennaio 2013

Il FT e i PIIGS esempi di masochismo italiano.

Un amico mi scrive per mail:
- Come è che nel tuo blog non hai ancora riportato l’articolo del Financial Times sulla situazione italiana?
La mia risposta è semplice:
- Sono coerente......
Sul blog cerco di mettere dati oggettivi o analisi economiche, anche di provenienza inglesi o USA o Tedesche. Quello del FT è il classico articolo per sputtanare gli Italiani e non lo sopporto, così come non sopportavo gli articoli sul Berlusca e più in generale sull'Italia. Tutti gli articoli senza dati, senza analisi oggettive sono lontani dal fare informazione.
Certo che l'articolo del Financial Times su Monti dovrebbe far riflettere quelli che dicevano che Berlusca era screditato e Monti ha fatto riguadagnare credito all'Italia all'estero.
I giornali esteri (soprattutto quelli finanziari) fanno i loro interessi prima di tutto. Siamo noi Italiani che dovremmo badare ai nostri e far fronte comune. 

Faccio un esempio dove non c'entra Monti o il Berlusca:
ricordate la parola PIIGS (maiali) coniata dagli americani.......... bene tutti i nostri giornali l'anno ripresa e così da anni noi ci autodefiniamo maiali.................. roba da masochisti deficienti.  Inglesi e Americani non ripeterebbero mai sui loro giornali un epiteto del genere. Loro sono un paese, una nazione, Labour and Tory o Repubblicani e Democratici e tutti i loro giornali hanno prima il concetto di INTERESSE NAZIONALE e poi le loro guerriciole interne. 
In questo modo la UE e le grandi banche USA e Tedesche ci stanno depredando da anni...... e noi cosa facciamo: continuiamo ad autodefinirci maiali!  Masochismo puro. Inutile e dannoso.
Per ricreare l'ambiente utile allo sviluppo è necessario anche che ci riappriopramo della nostra dignità. L'Italia è un grande paese. Torniamo a credere in noi!

martedì 15 gennaio 2013

RADIO LONDRA

Come ai tempi della seconda Guerra Mondiale, i nostri nonni si sintonizzavano sulle frequenze di Radio Londra per capire il vero andamento della guerra, anche noi in questo piccolo Blog riportiamo spesso articoli e studi inglesi. Per capire bisogna infatti sollevarsi dalla mediocrità dei nostri media principali.

Bellissimo il nuovo articolo del TELEGRAPH che spiega come la crescita esponenziale della disoccupazione in Europa non è certo frutto della rigidità del mercato del lavoro (vedi Irlanda e Spagna che con mercati del lavoro flesibilissimi hanno visto esplosioni del tasso di disoccupazione. Il problema è un'altro e si chiama Fiscal Compact e Gestione della Moneta. Per questo The Telegraph chiama in causa Draghi

The European Central Bank has washed its hands of any further responsibility for the 27m people across the eurozone listed as unemployed or classified as discouraged workers.

 Ambrose Evans-Pritchard

Leggete l'articolo cliccando sul link . Il modo migliore per capire è quello di confrontare idee diverse andando direttamente alla fonte, senza mediazoini.

Il Corriere cartaceo oggi invece fa un titolone che dice che l'Italia ha perso il 25% dela sua produzione industriale. Mette tante statistiche, ma poi non si pone la domanda vera? Perchè è successo? Cosa fare per cambiare la rotta? Cari amici che leggete da anni il Corriere è ora che vi rendiate conto che il maggior quotidiano italiano ha sposato una linea che ci sta portando al disastro insieme all'ultra monetarista e ultra liberista Monti.

La risposta l'ha sintetizzata l'imprenditrice che trovate nel filmamto, che ripete concetti che noi divulghiamo da mesi:  la signora, oltre ad essere una bella donna ha il dono di saper spiegare in poche parole ciò che Giappone, USA e Unghilterra stanno facendo dal 2009 e che qui abbiamo dimostrato inserendo i grafici della BRI (vedi link a fianco)


E' importante che lla BCE cambi politica monetaria altrimenti meglio riprenderci la nostra sovaranità.

mercoledì 9 gennaio 2013

La vera forza dell'Italia: lo spirito imprenditoriale

L'Italia è un grande paese e la nostra forza si basa sulla capacità tutta italiana di creare impresa e poi di sviluppare distretti di PMI. L'Italiano è speciale nell'arte del creare, sviluppare e comercailizzare prodotti.
Ora parlando con imprenditori piccoli e grandi sento solo persone depresse, scontente: chi chiude, chi non investe più, chi vuole andare all'estero e chi all'estero sta già producendo e vuole chiudere tutto in Italia.
Tasse, balzelli, regole, regoline, autorizzazioni che non arrivano, banche che non finanziano, stato e amministrazioni pubbliche che se ritardi un giorno ti riempiono di sanzioni ma che quando tocca loro sono indietro con i pagamenti di anni e anche quando hai la sentenza ingiuntiva si appellano e non ti pagano.

  • SE UCCIDIAMO LA VOGLIA DI FARE IMPRESA,
  • SE UCCIDIAMO LA VOGLIA DI RISCHIARE E DI LAVORARE DEGLI ITALIANI,
SIAMO FINITI, LA NOSTRA ECONOMIA MORIRA'.

NON DISTRUGGIAMO IL NOSTRO PUNTO DI FORZA PRINCIPALE:  RIBELLIAMOCI ALLA BUROCRAZIA UE E A QUELLA ITALICA.

venerdì 4 gennaio 2013

Il vero Spread

Bisogna domamdarsi quale sia il vero indicatore della salute economica del nostro paese. Dal Luglio del 2011 va di moda parlare dello spread che è la differenza tra il valore dei Bund a 10 anni tedeschi e dei BTP italiani.

Credo che l'indicatore corretto sia la Produzione Industriale, che è la sintesi della ricchezza prodotta da un paese. Se prendiamo l'indicatore della Produzione Industriale Italiana e lo confrontiamo con quello tedesco troviamo il vero spread. Per questo sotto la testata del Blog abbiamo messo il grafico di lungo periodo della Produzione Industriale dei due paesi. Lo spread aumenta e ahimè continua ad allargarsi. Alle famiglie e alle imprese interessa quello spread.

Andate alla fonte: Indice della Produzione industriale tedesca fonte Statistisches Bundesamt  nel Gennaio 2000 era a 79.9 oggi è a 118.3 (2005 = 100) oppure 89,1 nel 2000 e 109,6 oggi se prendiamo i dati rettificati.  In ogni caso una crescita notevole.

Stessa cosa per l'Italia: ISTAT - Tavola 14.7 - Indice della produzione industriale generale, per raggruppamenti principali di industrie e per sezioni di attività economica - Anni 1990-2011 (base 2005 = 100)  - nel 2000 era 104,2 nel 2011 era 88,4 nel Giugno 2012 era a 86.

Ci sono piccole variazioni in quanto alcuni dati sono corretti per il calendario altri no e altri sono riferiti all'anno mentre alcuni fanno riferimento ai mesi ma la sostanza non cambia, nel lungo periodo dall'introduzione dell'Euro la Produzione Industriale Italiana è in forte calo mentre quella tedesca in discreta crescita. Andate a vedere voi stessi le tabelle. Non è importante qui comprendere la metodologia con cui vengono fatte le rilevazioni statistiche, ma è importante cogliere i mega trend e quelli sono evidenti.
Ecco lo spread vero! Per modificare questo spread le manovre lacrime e sangue non servono. E' necessario modificare la politica UE e lo statuto della BCE come qui indicato da molti mesi.

giovedì 3 gennaio 2013

Stigliz: basta sacrifici UE è necessario un patto per lo sviluppo

Anche Stigliz (Nobel per l'economia) spende parole autorevoli contro il fiscal compact e propone soluzioni totalmente diverse. La crescita delle borse di questi giorni non deve trarre in inganno. I dati dell'economia reale sono pessimi in tutta la zona Euro. E' necessaria una svolta. Link