martedì 6 ottobre 2015

Austerità e la deflazione portarono al potere Hitler nel 33'. L'inflazione termino 10 anni prima.

Fu l'Austerità e la deflazione a portare al potere Hitler nel 33'
* Pubblicato su 24Emilia il 25 Luglio 2014

Non c’è alcuna correlazione tra l’iperinflazione in Germania e l’ascesa di Hitler. E' importante conoscere la storia per evitare gli stessi errori.

La storia della Germania dal '23 al '33 ha un'importanza fondamentale per capire e risolvere anche l’attuale situazione economica della Ue, ripercorriamola nei suoi momenti cruciali:
  1. L’Iperinflazione terminò nel 1923 quando l’allora cancelliere Gustav Stresemann introdusse (15 novembre 1923) una nuova moneta, ilRentenmark, al posto delle vecchie banconote con tagli da 100 bilioni di Marchi. Nel giro di un anno la fiducia verso la nuova moneta ritornò e la situazione fu totalmente stabilizzata a partire dal gennaio 1924. Da allora nacque la famosa fobia dei tedeschi verso l’inflazione e si incorse nell’errore contrario di vietare tassativamente la stampa di moneta per nessuna ragione;
  2. La crisi del ‘29 colse la Germania impreparata e con strumenti di politica economica assolutamente non adeguati (ricordo che la crisi del ‘29 fu principalmente una grande crisi del credito, con conseguente mancanza di moneta); 
  3. La crisi del 29 portò ad una fortissima deflazione in Germania (vedi grafico sotto) che toccò punte di -8 % e -10% nel '31 e '32. Il tutto portò ad un drammatico cedimento del Pil tedesco (circa -20% in 3 anni);
  4. Mentre l’inflazione scendeva e la scarsità di moneta e di credito strozzava l’economia tedesca i governi che si alternavano continuavano a vietare qualsiasi manovra espansiva per paura dell’inflazione di 10 anni prima;
  5. La recessione, la mancanza di manovre anticicliche e la mancanza di moneta e credito nel ’30, ’31 e ’32 portarono ad una crisi mostruosa con chiusure di imprese e licenziamenti in massa. Una delle ultime manovre dei governi democratici fu quella di ridurre o azzerare i sussidi ai disoccupati (sempre per paura di riavviare l’inflazione);
  6. In quel contesto i governi cadevano a ripetizione e in 2 anni furono fatte 3 elezioni anticipate. Ad ogni elezione il partito di Hitler si rafforzava e nel 1933 (con un paese stremato e 6 milioni di disoccupati disperati) i Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterparte (Nazisti presieduti da Hitler) raggiunsero il 43% (maggioranza relativa) dei voti e il vecchio presidente Hindemburg fu costretto a chiamare Hitler a formare il governo. La depressione e la disoccupazione misero le premesse per la dittatura, non l’inflazione finita 10 anni prima;
  7. Poi Hitler, preso il potere, approvò un piano geniale dell’allora presidente della Bundesbank, il banchiere ebreo Hjalmar Schacht. Il piano concorse in modo fondamentale a riassorbire la disoccupazione e a consolidare la popolarità di Hitler (sic!), ma non bisogna confondere l’economia di Shacht con le tesi politiche aberranti di Hitler.
Il banchiere si inventò un certificato di credito (chiamato Mefo). I Mefo erano un circolante parallelo garantito dallo Stato tedesco, che il grande pubblico non vedeva e dunque privo di effetti psicologici, con cui la BundesBank pagava le imprese per sostenere le commesse pubbliche. In seguito Schacht (che fu processato a Norimberga e ritenuto non colpevole) spiegò d'aver pensato che, “se la recessione manteneva inutilizzato lavoro, officine, materie prime, doveva esserci anche del capitale parimenti inutilizzato nelle casse delle imprese; i suoi effetti Mefo non avrebbero fatto che mobilitare quei fondi dormienti. In realtà erano proprio i fondi a mancare nelle casse, non l'energia, la voglia di lavorare, la capacità attiva del popolo” (su questa storia esiste un bellissimo articolo di Stefano Sylos Labini che già molti anni fa riprese l’idea e la rilanciò come contributo per risolvere la crisi evidenziando gli aspetti economici/monetari che sono assolutamente distinti dalle teorie politiche di Hitler).

Schacht di fatto aveva creato moneta e con questa moneta aveva riavviato il ciclo positivo dell’economia (in quel periodo fu avviato un gigantesco piano per la costruzione di autostrade e altre infrastrutture e per l’edilizia popolare). In seguito Hitler utilizzò la rinata forza dell’economia tedesca per produrre armi e munizioni che portò al disastro della II Guerra Mondiale, di questo sì che bisogna avere paura.

Ora ci ritroviamo nella stessa situazione:
  • depressione economica (in Italia la produzione industriale dal 2008 è calata del 25%);
  • disoccupazione che in Spagna è al 25% e in Italia è in costante crescita;
  • imprese che chiudono e interi pezzi dell’economia che rischiano di scomparire per sempre.
In queste condizioni la Ue dovrebbe attivare risorse (qualcuno li chiama Eurobond ma ci torneremo) per riavviare il ciclo virtuoso e riportare produzione industriale e occupazione vicino al loro corretto potenziale. 
La mia preghiera è di attivare ora tutti gli strumenti macroeconomici per riavviare il ciclo. Facciamolo subito sotto il controllo di governi democratici che indirizzino le risorse verso una economia di pace. Evitiamo che la depressione e la disoccupazione ricreino le condizioni per la dittatura. L’intelligenza dell’uomo e l’economia vanno utilizzati per favorire l’occupazione e la democrazia. Ricreiamo le premesse per un’Europa che cresce. 

Usiamo la storia in modo corretto, non usiamo lo spauracchio della Repubblica di Weimar per ostacolare manovre di sviluppo.

La storia ci dice che l’inflazione finì nel 1923 mentre nel '32 l’inflazione era -10% mentre la disoccupazione era di 6 milioni di persone. Lo ripeto fino alla noia. Questi sono i dati reali su cui basare la storia e su cui riflettere per uscire dal dramma della crisi della Ue di oggi. La politica delle grandi democrazie riprenda il sopravvento.

NB: La mia condanna per il Nazismo e le sue aberrazioni è totale e questo articolo ha il solo fine di spiegare manovre monetarie che la storia ha voluto fossero attuate proprio in Germania, Paese ora egemone della Ue. Naturalmente il mio intento è assolutamente contrario: utilizzare macroeconomia e moneta per evitare governi dittatoriali. 

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