martedì 24 settembre 2013

L’Enciclica Caritas in Veritate indica la strada per salvare l’Europa. Un grande piano per rilanciare lo sviluppo.

(Ripropongo l'articolo scritto in aprile.... questa è la via.)
L’agire gratuito proposto dall’Enciclica può apparire del tutto astratto e può sembrare uno dei concetti più difficili da realizzare nel mondo moderno.
“La vittoria sul sottosviluppo richiede di agire non solo sul miglioramento delle transazioni fondate sullo scambio, non solo sui trasferimenti delle strutture assistenziali di natura pubblica, ma soprattutto sulla progressiva apertura, in contesto mondiale, a forme di attività economica caratterizzate da quote di gratuità e di comunione.” (Caritas in Veritate n° 39)
Eppure l’economia moderna ha già realizzato esempi di agire gratuito e oggi ha tutti gli strumenti per attuare concretamente questo concetto.
Ecco alcuni esempi di agire gratuito del XX secolo:
1.   Kohl lo realizzò nell’89 quando fece l’unificazione delle due Germanieregalando letteralmente ai tedeschi ex DDR un Marco Nuovo in cambio di un vecchio e inutile marco della Germania Comunista. Anche allora si opposero in tanti, anche e soprattutto, all’interno della Germania. Di fatto era un regalo immenso di Bonn, un regalo della democrazia agli ex comunisti, un immenso trasferimento di ricchezza. Oggi nessuno ricorda le polemiche di allora, così uguali alle polemiche di oggi.

2.   Il Piano Marshall, che aiutò i paesi sconfitti a rinascere, è un altro esempio di “agire gratuito in termini macroeconomici” .  La maggior parte delle risorse del Piano fu indirizzata alla ricostruzione delle infrastrutture dei paesi sconfitti (ferrovie, strade, linee elettriche etc..) e al credito per la  ricostruzione delle imprese locali. Solo una quota andò a finanziare l’import di materie prime e manufatti provenienti dagli USA.
Chi scrive e ben consapevole che le due azioni avevano anche un fine politico strategico che andava ben oltre quello strettamente economico. Qui il discorso sarebbe infinito, rimane però incontrovertibile che quelle azioni ribaltarono il paradigma precedente che vedeva il paese politicamente o militarmente sconfitto costretto a pagare per i danni di guerra o nel migliore dei casi a trovare in piena solitudine la propria via allo sviluppo.
Ricordiamo tutti che nel 1919 la politica ottusa dei danni guerra voluta dalle potenze vincitrici portò la Germania al disastro e all’iperinflazione della Repubblica di Weimar (1923) cui seguirono le politiche di rigore che portarono a 6 milioni di disoccupati e all’ascesa di Hitler nel 33. (Importante sarebbe ricordare che tra l’iperinflazione e l’ascesa di Hitler accaddero la crisi del 29 e passarono 10 anni di politiche di rigore e di disoccupazione)
Rimane però evidente che gli Stati Uniti al termine di una guerra sanguinosa invece di obbligare gli sconfitti a sacrifici lacrime e sangue si misero ad agevolarne lo sviluppo garantendo con le proprie risorse il credito necessario alla ricostruzione. 
Non fu uno schema logico facile da far digerire all’interno del paese ed anche economicamente sarebbe stato impensabile se si fossero applicati gli schemi monetaristi che la UE a guida tedesca applica oggi alla zona Euro.
Il deficit pubblico degli Stati Uniti era aumentato in maniera esponenziale negli anni di guerra (+14,2% nel 1942 e +30,3% nel 43, +22,7% nel 44, +21,5% nel 45 e +7,2% nel 46). Eppure prevalse la politica espansiva, prevalse la logica del prestito senza garanzie (gratuito), prevalse la logica di scommettere sullo sviluppo futuro, di scommettere che i benefici dello sviluppo e della pace sarebbero stati di gran lunga superiori al rischio di un investimento senza garanzia alcuna.
Il piano Marshall che, con altro nome fu applicato anche in Giappone, accelerò enormemente l’uscita dalla crisi dei paesi sconfitti e permise loro di avviare un percorso politico ed economico virtuoso che mantenne la pace in Europa e nel mondo.
I due esempi dimostrano in maniera concreta che quando, in passato, lo stesso agire gratuito è stato realizzato a livello macroeconomico i benefici sono stati immensi. Sbaglia chi confina l’agire gratuito agli esempi, pur positivi, del microcredito.
Questa è la via maestra cui dovrebbe tendere l’Europa. Un grande piano “Marshall” Europeo per investire sul nostro futuro, finanziando le imprese europee, finanziando la ricerca, sviluppando le infrastrutture, creando ad esempio un sistema europeo basato sulle energie alternative e rinnovabili. Ci vuole un grande progetto di sviluppo attorno al quale coagulare le forze migliori e poi bisogna finanziarlo.
Nessuno si azzardi a dire che non è possibile perché non abbiamo “soldi”. Dalla fine del “golden standard” ad oggi la moneta non ha nessun valore intrinseco. La moneta è solo un mezzo per agevolare gli scambi e per agevolare il credito finalizzato a creare sviluppo.
Nel 45 gli Stati Uniti pur venendo da anni di guerra con grande aumento del rapporto debito/pil finanziarono i piani di sviluppo in Europa e Giappone. Nel ‘89 Kohl non si preoccupò di aumentare enormemente il deficit della Germania di Bonn per finanziare lo sviluppo della ex DDR.
La moneta e la creazione di moneta e di credito devono essere strumenti a supporto di politiche di sviluppo.
E necessario un grande progetto strategico e gli strumenti monetari possono realizzare concretamente a livello macroeconomico ciò che la Caritas in Veritate ha enunciato come principio.

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