giovedì 6 giugno 2013

Gli effetti tangibili della politica monetaria sulla produzione industriale.


Produzione di autovetture in Gran Bretagna e in Italia  dal 2000 al 2012 ( valori in milioni ).
Nostra elaborazione su fonti OICA

Sto preparando un nuovo articolo per spiegare come il Quantitative Easing impatta sull'economia reale. Per questo sono andato a studiare i dati di produzione di auto in diversi paesi per compararli, con quelli UE e con quelli Italiani. Sono rimasto allibito. L'Italia nel 2000 produceva 1 milione e 422 mila autovetture. L'anno scorso siamo arrivati a poco più di 390.000. (- 72.5%). La produzione è meno di 1/4 di 12 anni fa.
Stiamo morendo e nessuno urla, nessuno si arrabbia. Ma che paese è questo dove si muore lentamente, dove non proviamo nemmeno a dare una prospettiva di lavoro ai nostri figli?
SVEGLIAAAAAA!!!!

6 commenti:

  1. Pazzesco! Sono andato a controllare sul link dei produttori di auto e ci sono dei dati incredibili; questa è la vera deindustrializzazione

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  2. la cosa incredibile è che la gente e nemmeno il 95% dei politici capiscono il vero motivo. Quasi nessuno conoscese la vera natura della moneta e il suo influsso sulla economia concreta. produzione e occupazione. Ho messo il grafico dell'Inghilterra perchè UK non ha marchi propri, perchè qualche hanno fa l'industria automobilistica inglese sembrava alla canna del gas, perchè l'Inghilterra è un paese con grossisimi problemi..... eppure svalutando la moneta, allargando il credito, eitando il credit crunch grazie al QE loro sono ancora lì in saluta e noi abbiamo solo ddegli zombi...... aziende sane ma prive di sangue (senza la liquidità e senza credito) Cazzo..... che deficienti incompetenti qualli che hanno firmato il patto di mastricht e quelli che continuano a sostenere la politica della Merkel. la maggioranza sono degli incompetenti......ma qualcuno che pur capendo continua a sostenere queste cose è proprio un delinquente!

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  3. ho fatto qualche errore di ortografia..... nella foga dell'enorme incazzatura può succedere.

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  4. Sono d'accordo con voi. La gente in gran parte non conosce nemmeno dei rudimenti di macroeconomia ma ciò che stupisce è che sostiene con forza tesi che non ha alcuna logica, solo perché la sente dire ai telegiornali o semplicemente perché è l'opinione della maggioranza. Io cerco sempre di spiazzare i miei interlocutori non cercando di convincerli (che poi diventa una questione di tifoseria e non c'è speranza) ma invitandoli a "non credere" a quello che dico. Anzi, a criticarmi. Ad accendere il cervello e contestarmi le cose nel merito.
    In alcuni casi, finisce di contestare subito le loro affermazioni, mi mostro "sinceramente" interessato. Questo abbassa le barriere e predispone l'interlocutore al dialogo a alla "responsabilità della dimostrazione". A questo punto, con poche domande mirate insinuo il cuneo della contraddizione e metto loro nella posizione di dover spiegare ed arrivare da soli a concludere ciò che già sapevo ma che se avessi detto io avrebbero ottenuto un secco rifiuto, se non la derisione.
    Io penso che i politici siano in massima parte degli ignoranti non pesanti che seguono la linea del loro leader di partito. Puri strumenti di potere.
    Poi ci sono i leader che sono messi al loro posto dai poteri forti. E oggi questi poteri sono rappresentati dal sistema bancario e finanziario (ormai non più divisi), che finanziano le campagne elettorali e dettano l'agenda politica a loro convenienza.

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  5. Sono d'accordo con voi. La gente in gran parte non conosce nemmeno dei rudimenti di macroeconomia ma ciò che stupisce è che sostiene con forza tesi che non ha alcuna logica, solo perché la sente dire ai telegiornali o semplicemente perché è l'opinione della maggioranza. Io cerco sempre di spiazzare i miei interlocutori non cercando di convincerli (che poi diventa una questione di tifoseria e non c'è speranza) ma invitandoli a "non credere" a quello che dico. Anzi, a criticarmi. Ad accendere il cervello e contestarmi le cose nel merito.
    In alcuni casi, finisce di contestare subito le loro affermazioni, mi mostro "sinceramente" interessato. Questo abbassa le barriere e predispone l'interlocutore al dialogo a alla "responsabilità della dimostrazione". A questo punto, con poche domande mirate insinuo il cuneo della contraddizione e metto loro nella posizione di dover spiegare ed arrivare da soli a concludere ciò che già sapevo ma che se avessi detto io avrebbero ottenuto un secco rifiuto, se non la derisione.
    Io penso che i politici siano in massima parte degli ignoranti non pesanti che seguono la linea del loro leader di partito. Puri strumenti di potere.
    Poi ci sono i leader che sono messi al loro posto dai poteri forti. E oggi questi poteri sono rappresentati dal sistema bancario e finanziario (ormai non più divisi), che finanziano le campagne elettorali e dettano l'agenda politica a loro convenienza.

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