giovedì 31 ottobre 2013

Ora lo dice anche Mediobanca: noi lo affermiamo da anni. Questa politica UE è insostenibile per l'Italia

Uno dei grafici del Telegraph che dimostra il credit crunch in atto.
In Lungo articolo apparso sul Telegraph si spiega con dovizia di dati come la politica economica della UE a guida Germania sia insostenibile per l'Italia e che se continuerà porterà fatalmente all'Uscita dell'Italia dall'EURO. Ecco il link al Telegraph, che noi leggiamo da molto tempo e che suggeriamo di osservare attentamente per gli approfondimenti che periodicamente fa sulla situazione italiana. e UE. Approfondimenti che sono fatti con dati oggettivi e non con banali osservazioni come spesso accade sui media italici che si limitano a riportare lo Spread o ad essere contenti se la borsa sale e catastrofisti se la borsa scende.

"The recession has flattened, that is all," says Antonio Guglielmi from Mediobanca. "The debt-to-GDP ratio has risen by 15 percentage points [to 133pc] over the past 15 months because there is no growth. It is all because of the effects of austerity and the fiscal multiiplier. We are making the same mistake they made in Greece."

Lo ricordo ai pochi amici che frequentano questo Blog: il vero spread è dato dalla Produzione Industriale che in Italia continua a scendere mentre in Germania aumenta costantemente. dall'inizio dell'Euro il Delta è ormai attorno al 45%. Questo vuol dire che le nostre aziende chiudono, gli italiani perdono il lavoro e l'intera nazione arretra. Aggiungiamo che le aziende che muoiono e interi sistemi produttivi che spariscono, non rinasceranno più, oppure necessiteranno di anni per riprendersi. La tesi che l'austerità a guida tedesca (sostenuta anche da alcuni blog economici e da molti economisti) faccia bene nel lungo periodo all'Italia perchè ci costringerà ad essere più competitivi è una vera porcata, perchè le imprese che oggi chiudono sono imprese sane, la difficoltà a competere deriva da:
- crollo del mercato interno
- crollo del credito bancario
- aumento del costo del debito (interessi mediamente molto più alti che in Germania o Inghilterra).
Tutti fattori che centrano poco con la capacità di fare prodotti innovativi e di produrli in modo efficiente. Se noi uccidiamo interi distretti industriali saremo condannati ad una terribile decrescita...... e non sarà felice!
Aggiungo ora La traduzione in Italiano del telegrapha


5 commenti:

  1. Sono quasi completamente d'accordo. La crisi che stiamo attraversando è una crisi di domanda interna. Non c'è ombra di dubbio, dato che i redditi reali delle famiglie sono diminuiti del 9% negli ultimi cinque anni. Ma è una crisi legata anche alla domanda estera (il surplus commerciale è il frutto del calo delle importazioni più che di un aumento delle esportazioni). Poiché la domanda interna conta circa il 70%, la caduta di un punto percentuale richiede una crescita di quella estera di almeno tre volte tanto, affinché l'economia non ne risenta. Con un calo del 7% dei consumi, le esportazioni avrebbero dovuto crescere di oltre il 20% in termini reali. Praticamente impossibile. Ma la Germania le ha aumentate del 12% e noi le abbiamo ridotte di oltre il 4%.
    Anche le imprese devono quindi decidere quale modello di sviluppo vogliono. Se vogliono puntare sulla domanda interna, devono finirla di sproloquiare di tagli alla spesa pubblica e flessibilità del mercato del lavoro (ovvero della ricerca del basso costo del lavoro). Per questa via aggraveranno solo la situazione. Se invece vogliono essere competitivi sui mercati esteri, devono fare gli investimenti in ricerca e sviluppo e in macchinari (le mosche bianche che lo fanno non cambiano la situazione generale). Non è pensabile poter restare sui mercati esteri tagliando di oltre il 25% gli investimenti (dal 2007), quando i nostri concorrenti (Germania) li aumentano nello stesso periodo di quasi il 10%.

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  2. Giusto Giorgio......... Giustissimo. La domanda che però mi pongo da molti mesi è: perchè ci arrivano 2 piccoli blogger come noi e non se ne parla mai sulla stampa che conta? Perchè ne parlano i giornali inglesi e quelli italiani ci raccontano che la borsa sale e che la crisi sta per finire.
    Tutta la nostra stampa non fa che colpevolizzare gli Italiani. Ieri sera parlavo con alcuni amici: uno è un medico e uno un bancario. Entambi parlavano della corruzione, della incapacità delle nostre imprese ad esportare e ad innovare....in generale parlavano male dell'Italia ma nessuno proprio quasi nessuno comprende che da 13 anni siamo inseriti in un sistema che non è adatto a noi e che come ho scritto nel mio primo articolo su questo blog "anche se corriamo nella direzione giusta, stiamo correndo su un treno che va verso il baratro........quindi o invertiamo la direzione del treno o la nostra corsa al contrario sacrifici, saldo primario, etc) sarà del tutto inutile. Ma i media hanno creato questa continua autoflagellazione che favorisce ovviamente le manovre della Germania e dei grandi banchieri che continuano a lucrare sui nostri tassi.

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  3. http://crearesviluppo.blogspot.it/2012/08/il-treno-deleuropa-corre-verso-il.html

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  4. Finché la voce degli imprenditori sarà quella di Confindustria, cioè dell'impresa medio-grande, il focus sarà sempre il profitto e molto meno la stabilizzazione del territorio. Alle brutte si delocalizza in Romania e il problema è risolto.
    In questo senso capisco la loro spinta verso politiche di tagli alla spesa pubblica che vadano a vantaggio della loro competitività, puntando sulle esportazioni e fregandosene della compressione della domanda interna.
    Quello che non capisco invece è come sia possibile che il principale partito che si definisce di sinistra (e il suo elettorato), accettino e promuovano un modello di sviluppo dichiaratamente fondato sulla distruzione della domanda interna. L'ha detto senza giri di parole lo stesso Monti a un'intervista sulla CNN. E Letta è il continuatore della sua opera.
    Se si ha un minimo di capacità di discernimento, come si può deliberatamente decidere di attuare una politica autodistruttiva?

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  5. Verissimo, soprattutto se il PD governa il sistama della Lega delle cooperative il cui mercato (edilizia, sevizi e grande distribuzione) è quasi esclusivamente interno e questo sta portando le grandi coop al fallimento o al concordato fallimentare. I casi di grandi COOP in concordato sono tantissimi e sono in aumento. Eppure Bersani e Letta prima vanno dalla Merkel e poi tornano e non capiscono che la signora glielo mette sempre in quel posto.

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