mercoledì 19 dicembre 2012

La diga sta crollando. Ma nessuno ascolta le grida di pericolo.

diga del Vajont
Cari amici che ogni tanto passate di qui, vorrei esprimervi tutta la freustrazione che si prova oggi a fare ragionamenti profondi di economia.
Mi sento come quell'ingegnere che aveva compreso che la diga stava per crollare. Aveva capito i guasti strutturali e correva da tutti per avvertire del pericolo. Sindaco, parroco, prefetto e carabinieri. "attenti, la diga crolla aggiustate le crepe o almeno mettete in salvo gli abitanti del paese". Ma nessuno lo ascoltava, lo guardavano e lo ignoravano o peggio lo additavano come un pazzo pericoloso che seminava panico.

Ecco io mi sento come quell'ingegnere. Ogni giorno perdiamo un pezzo, ogni giorno le crepe si allargano ma tutti o quasi fanno spallucce.

3 commenti:

  1. Capisco il senso di frustrazione, ma siamo solo un granello di sabbia. Che può certo inceppare un meccanismo infernale, ma solo se non è proprio "un granellino". Se la maggioranza continua a bersi tutto ciò che viene propinato, non rimane che prepararsi al peggio.
    Non saranno i Berlusconi (che hai recentemente portato all'attenzione), i Casini o i Bersani che potranno dare una svolta a questa situazione. In Italia manca una vera alternativa all'ideologia dominante rappresentata da Monti e dai suoi sostenitori (Pdl, Pd e Udc).

    Codesto solo oggi possiamo dirti,
    ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

    (sembra poco, ma è già molto)

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  2. Grazie. E' vero.

    C'è ancora una piccola, flebile speranza....In questi giorni ho ristudiato la crisi del 29. Ebbene alle elezioni del 32 hover e Rosevelt portarono un programma economico quasi identico (lacrime e sangue) poi una volta vinto Rosevelt nei suoi famosi 100 giorni cambiò tutto. Noi però abbiamo un problema in più, anzi 2: l'ingovernabilità dell'Italia e il fatto che nessun premier italiano può cambiare la politica UE. Insomma. caro Giorgio siamo veramente incastrati!

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