lunedì 19 novembre 2012

L'errore di Zingales: non c'è contrapposizione tra Keynes e l'essere liberali

Pubblicato su L'Occidentale

L’uso intelligente degli strumenti finanziari e monetari  possono fare la differenza tra recessione o crescita: Keynes "in the long run we're all dead"
La finanza nel breve periodo (quando breve vuol dire anche molti anni) può fare la differenza e ribaltare la situazione dell'economia reale. E’ necessario che chi governa la UE comprenda a fondo la finanza, comprenda come utilizzarla e ne usi tutti gli strumenti. Esattamente come stanno facendo Stati Uniti, Inghilterra e Giappone che usano le loro Banche Centrali (FED, BOE e BOJ) per monetizzare una parte del loro debito pubblico e per abbassare il costo degli interessi sul debito.
Va compresa la differenza profonda tra l’uso di strumenti di politica monetaria e l’impostazione delle politiche economiche. Va superata la contrapposizione tra politiche monetarie (e quelle keynesiane in particolare) e le politiche di gestione dell’economia in regime di concorrenza attraverso azioni che si rifanno ai principi liberali.
La gestione della moneta è uno strumento tecnico che può creare (nel breve) risorse, l’uso delle risorse all’interno di uno stato o in una unione di stati può essere fatta applicando politiche liberali. I due concetti possono coincidere e di fatto oggi coesistono nella maggioranza dei grandi paesi occidentali.  Comprendere questo concetto è fondamentale per riavviare l’economia UE.
Cerco di spiegare e per farlo, mi rifaccio all’articolo apparso sul sole 24 del 6 novembre “Se Tokyo sembra Atene” nel quale il Prof. Zingales (che peraltro stimo moltissimo quando parla di meritocrazia, concorrenza e lotta alla burocrazia) afferma:
“per quanto paradossale, l’accostamento della grande potenza industriale asiatica al piccolo e disastrato stato ellenico non e’ poi cosi’ assurdo. Con un debito pubblico su Pil del 230% e un deficit statale del 10%, quello che dovrebbe sorprendere non e’ il paragone tra Giappone e Grecia, ma il numero di anni richiesti perche’ la similitudine si avveri - Zingales con una battuta profetizza -“3 anni al default”.

A questa affermazione apparentemente perfetta si può rispondere in due modi:
  1. con una battuta di Keynes "nel futuro siamo tutti morti" che sembra banale ma è di una saggezza infinita (la spiego più avanti).
  2. con un po' di dati: (semplifico i valori per farmi capire):
-      debito italiano 2000 mld, tasso interesse sul debito 5%,spesa dello stato italiano per interessi circa 100 mld all'anno
-      debito Giapponese 7500 mld (in euro e calcolato sommariamente) tasso di interesse 1%. Spesa dello stato giapponese per interessi 75 mld all'anno.

Da qui una prima risposta su cosa è veramente la finanza:
·         la finanza è astratta, basata sulla psicologia che influisce sugli speculatori/investitori, ma alla fine diventa concreta, concretissima, perché se gli Italiani devono pagare 100 MLD l’anno e i Giapponesi su un debito che in termini assoluti è 3 volte e mezzo il nostro pagano 75 MLD vuol dire che poi gli Italiani devono usare il loro saldo primario per pagare interessi mentre i Giapponesi invece non solo non si preoccupano del saldo primario, ma usano la stragrande maggioranza della loro moneta per stimolare investimenti.  Alla fine loro continuano ad usare la finanza per creare benefici concreti al loro paese, mentre noi ci facciamo depredare dalla finanza ed ogni anno ci impoveriamo in termini reali, (più tasse, meno servizi, chiusura di aziende, mancata realizzazione di infrastrutture).
·         L’Italia da molti anni ha il saldo primario in attivo, (vedi grafico) vuol dire che lo stato spende meno di quanto incassa prima degli interessi passivi.  Il saldo primario (Grafico) dell’Italia, a parte il 2009 è sempre stato positivo. Eppure, pur essendo stati virtuosi siamo vicini al baratro. Domandiamoci il perché?


Saldo Primario Italia (Fonte ISTAT). E’ la dimostrazione che non è vero che l’Italia non risparmia. Lo ha fatto per 10 anni e con tutti i governi. (solo il 2009 il saldo è stato negativo, ma a causa della crisi mondiale che ha fatto crollare il PIL in maniera eabnorme)

Ergo, per capire la finanza, bisogna comprendere che, se utilizzando:
  1. la creazione di moneta da parte delle Banche Centrali (Zingales parla giustamente della monetizzazione del debito giapponese e ne comprende le dinamiche ma non ne trae le conseguenze)
  2. l’equilibrio della propria moneta (tasso di cambio) da parte della banca centrale
  3. la difesa dei propri bond con dissuasione della cosiddetta speculazione ad attaccarli
  4. il conseguente mantenimento di tassi di interesse bassi o bassissimi e quindi la ridotta spesa dello stato per interessi.

Se tutto ciò permette di mantenere basso il costo del debito, e d’altra parte permette di favorire lo sviluppo dell’economia reale indirizzando le risorse risparmiate verso una gestione virtuosa dell’economia (qui applichiamo i principi liberali), ecco che la finanza,così astratta, così maledettamente incomprensibile, trasforma qualcosa di astratto in qualcosa di reale e concreto.

Questo accade per singole imprese, per settori finanziari, per stati e per sistemi di stati. Qualcuno lo capisce e la maggioranza no! Anche solo il fatto di spostare in avanti di molti anni il default e di permettere per molti anni di fare investimenti, invece che di dissanguare tutti con le tasse, anche solo questo è un vantaggio competitivo immenso. Poi il tempo che una finanza positiva permette di guadagnare deve essere usato bene. Va utilizzato per migliorare la competitività, ridurre i perimetro del sistema pubblico, creare meritocrazia e ridurre drasticamente la burocrazia. In altre parole si deve usare il tempo per ricreare sviluppo utilizzando gli strumenti dell’economia liberale. Ecco perché è necessario superare la contrapposizione e trovare una sintesi tra l’uso della moneta e le politiche liberali.

Tutto qui: nel tempo la finanza può consentire al Giappone di pagare pochissimi interessi e di trasferire invece le risorse su investimenti reali. Se riesce a fare questo per un periodo sufficiente e se gli investimenti reali si dimostrano corretti, il Giappone c’è la può fare e la finanza farà il suo miracolo. Noi invece, prigionieri della nostra incapacità di vedere una finanza positiva, prigionieri di una UE che parla solo di sacrifici che poi richiamano altre vessazioni, in un sistema che si avvita su se stesso, non ci proveremo nemmeno a far decollare l’Italia, andando direttamente nell’abisso, sprofondati dalla nostra incapacità di usare la finanza in modo intelligente e in ingabbiati in un sistema UE rigido e senza flessibilità (questo si illiberale).

Ecco perché Keynes diceva che
“nel futuro siamo tutti morti”. La finanza può aiutare a prendere tempo e ad avere le risorse per investire, e poi, se si applichano le politiche giuste, riavviare lo sviluppo. Se invece si usa la finanza solo per farsi succhiare il sangue e per accelerare la dipartita la si usa in maniera assurda, come ci chiede una Eurocrazia che crede che, se noi ogni anno paghiamo 100 miliardi di interessi e per farlo aumentiamo ogni anno le tasse di 50 MLD, ci salviamo. Poveri noi.

Per tradurre ancora meglio la frase di keynes e farla capire dobbiamo traslarla alla vita di tutti i giorni: se anche sappiamo che “nel futuro siamo tutti morti”  non per questo smettiamo di creare ospedali, fare ricerca, provare a fare tutte le cure per procrastinare il più possibile il momento della dipartita.
La monetizzazione del debito che in questo momento stanno facendo i tre grandi stati (USA, GB e Giappone, che, tra l’altro, hanno economie liberali) serve a prendere tempo, stabilizzare la finanza, ridurre il costo complessivo del debito per permettere la ripresa dello sviluppo e quindi per garantire la riduzione del rapporto debito/PIL. Farlo solo attraverso tasse e tagli è impossibile ed è lo stesso Zingales che lo spiega. Non ci sono alternative, e lo stesso Zingales che critica il Giappone, poi non fornisce alcuna altra soluzione.

Ecco perché la frase "Il Giappone oggi sembra a posto, ma in tre anni farà default", non ha alcun senso.  Loro intanto vivono meglio, e usano le risorse che non pagano alle banche per interessi, per fare investimenti, in futuro si vedrà!
Per la morte e il default è meglio aspettare!

3 commenti:

  1. Oggi è così evidente che la politica fatta negli ultimi 10 anni in Europa è stata un disastro, che perfino un bambino che sa fare di calcolo se ne accorge. Statistiche macro, conti aziendali, valori dedegli immobili (provate a vendere una casa) tutto dimostra che le cose non vanno, eppure Monti con Casini, Fini e Montezemolo continuano a perseverare nell'errore. O sono ignoranti o in malafede, per Casini e Fini e Napolitano forse la prima, per Monti e Montezemolo sicuramente la seconda. In ogni caso vanno cacciati!!!!!!
    Carlo

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    1. Carlo.....
      Gli Italiani sono tenuti in uno stato di sopore, una sorta di coma indotto da farmaci, esattamente come si mantiene un malato a rischio della vita: Il sonnifero oggi sono i media principali che propinano tutti lo stesso discorso: avtete speso troppo, adesso pagate!
      L'obiettivo però non è la salvezza del malato, ma il prolungare l'agonia così che chi può scappa, altri si comprano l'Italia a prezzo di saldo, altri eliminano un pericoloso concorrente. Monti sarà condannato dalla storia insieme all'ignorantissimo Napolitano. Gli altri la storia non li menzionerà nemmeno tanto sono insignificanti. Piccoli politicanti, "utili idioti" che portano il loro sostegno ai padroni di turno.

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  2. Non conoscevo questo blog !La voglio ringraziare per questa iniziativa e soprattutto sottolineare la sua capacità di rendere semplici concetti complessi(e condivisibili)Io penso che l'agone politico finisca col rendere
    di parte e inattendibili anche persone di livello e conoscenza elevati(a me Monti pare "sprofondato" nella politica!altro che salito!)Spero di risentirla presto.(Non ho blog ma esprimo le mie idee attraverso Twitter)
    @lionetti67

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