diga del Vajont |
Cari amici che ogni tanto passate di qui, vorrei esprimervi tutta la freustrazione che si prova oggi a fare ragionamenti profondi di economia.
Mi sento come quell'ingegnere che aveva compreso che la diga stava per crollare. Aveva capito i guasti strutturali e correva da tutti per avvertire del pericolo. Sindaco, parroco, prefetto e carabinieri. "attenti, la diga crolla aggiustate le crepe o almeno mettete in salvo gli abitanti del paese". Ma nessuno lo ascoltava, lo guardavano e lo ignoravano o peggio lo additavano come un pazzo pericoloso che seminava panico.
Ecco io mi sento come quell'ingegnere. Ogni giorno perdiamo un pezzo, ogni giorno le crepe si allargano ma tutti o quasi fanno spallucce.
Capisco il senso di frustrazione, ma siamo solo un granello di sabbia. Che può certo inceppare un meccanismo infernale, ma solo se non è proprio "un granellino". Se la maggioranza continua a bersi tutto ciò che viene propinato, non rimane che prepararsi al peggio.
RispondiEliminaNon saranno i Berlusconi (che hai recentemente portato all'attenzione), i Casini o i Bersani che potranno dare una svolta a questa situazione. In Italia manca una vera alternativa all'ideologia dominante rappresentata da Monti e dai suoi sostenitori (Pdl, Pd e Udc).
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
(sembra poco, ma è già molto)
Grazie. E' vero.
RispondiEliminaC'è ancora una piccola, flebile speranza....In questi giorni ho ristudiato la crisi del 29. Ebbene alle elezioni del 32 hover e Rosevelt portarono un programma economico quasi identico (lacrime e sangue) poi una volta vinto Rosevelt nei suoi famosi 100 giorni cambiò tutto. Noi però abbiamo un problema in più, anzi 2: l'ingovernabilità dell'Italia e il fatto che nessun premier italiano può cambiare la politica UE. Insomma. caro Giorgio siamo veramente incastrati!
Thank you for sharing this
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