venerdì 19 ottobre 2012

Per innovare ci vuole ben altro che il "sudore". E' l'intelligenza del sistema a fare la differenza.

Qualche giorno fa ho partecipato a un seminario sull'innovazione. Ad un certo punto il presidente di un gruppo industriale (che peraltro appezzo moltissimo) rispondendo ad una domanda su cosa serve per innovare ha risposto che c'è un problema di formazione e che i nostri giovani devono ricominciare a sudare.

Ora questo concetto di "ricominciare a sudare" che, detto anche in altri modi è ricorrente in questo periodo (spesso lo usano anche Monti ed esponenti del suo governo) è sbagliatissimo e fornisce un alibi che definirei generazionale. L'alibi dei Dirigenti di oggi che spesso sono alle sogli della pensione o che sono già in pensione (vedi il gerontocomio che abbiamo al governo) e che scaricano sulla "presunta mancanza di volontà dei giovani" le ragioni della crisi.

Io mi sono occupato per 25 anni di formazione, e credo di conoscere i nostri giovani. Non è un problema di voglia di fare, o di impegno del singolo. Anzi è proprio il contrario. La mia generazione e ancor più quella dei "nonni" al governo deve creare i presupposti per permettere ai giovani di esplicare tutta la loro forza di innovare e la loro volontà di creare il nuovo.

Il problema è che bisogna:
  1. creare nuovi prodotti
  2. migliorare sostanzialemente i prodotti esistenti
  3. migliorare la produttività complessiva del sistema.
La produttività complessiva del sistema non migliora se un giovane neo assunto lavora 10 ore invece di 8. perchè se un ingegnere rumeno è pagato 600 euro al mese, il nostro non potrà mai basare la competitività sul sudore (perchè potrà lavorare anche 12 ore al giorno ma costerà sempre molto di più) per non parlare del delta di costo con un tecnico indiano o cinese.
Quello che voglio dire è che è "l'intelligenza" a fare la differenza, "l'intelligenza del sistema" che nel suo complesso è capace di produrre manufatti che altri pur sudando il doppio o il triplo non sono attualmente in grado di costruire.

Se al contrario pensiamo di fare la concorrenza sul prezzo o sulla quantità di lavoro (sudore) prepariamo i nostri figli a percepire gli stessi salari dei cinesi. La concorrenza sulla quantità di lavoro in un mondo globale con miliardi di persone che offrono la loro disponibilità pur non percependo indennità di malattia o pensione è la scelta perdente.

2 commenti:

  1. terribile un paese con una classe dirigente vecchia che pensa solo alla pensione.
    Probabilmente una delle ragioni della crisi è proprio l'immobilismo di una classe di dirigenti 70 enni ormai incapaci di capire il nuovo ma solo propensi a conservare.

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  2. La Fornero è l'emblema di questi professoroni che alla soglia della pensione, o già in pensione e dopo aver sfruttato per tutta la vita i privilegi del mondo universitario (dove un docente al massimo fa 80 ore di docenza frontale all'anno) fanno la predica ai giovani.
    Io riequlibrerei il sistema: come? tagliando la pensione alla Fornero e (max 3000 Euro) e usandolo per aumentare lo stipendio di un giovane ricercatore! Facile parlare sempre chiedendo i sacrifici agli agli altri.........

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