Non si è fatta attendere la reazione della Caritas Italiana ai dati Istat diffusi ieri, mercoledì 17, sulla povertà in Italia. In un comunicato sul proprio sito internet viene sottolineato anzitutto l’ampio livello di povertà del nostro Paese, con 9 milioni 563mila persone in povertà relativa in Italia, pari al 15,8% della popolazione. «Di questi - riporta la nota -, 4 milioni e 814mila (8%) sono i poveri assoluti, che non riescono ad acquistare beni e servizi essenziali per una vita dignitosa. Un aumento sensibile rispetto all’anno precedente in cui erano 8.163.000 le persone in povertà relativa e 3 milioni 415 mila quelle in povertà assoluta».
«Le nostre comunità e le Caritas diocesane percepiscono da tempo questa situazione nel quotidiano: conoscono i volti delle persone e delle famiglie che sono scivolate giù attraverso le maglie troppo larghe della rete di protezione sociale, condannati a farcela da soli alla perdita di lavoro, ad un reddito troppo limitato o ad un lavoro precario o - peggio - in nero. Condannati a farcela da soli o solo con un aiuto della propria famiglia, degli amici, di una parrocchia o delle ancora tante realtà di solidarietà che il nostro paese conserva».
«Siamo di fronte ad una crisi che non lascia scampo – dice don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana -. I dati evidenziano come la crisi ha determinato l’estensione dei fenomeni di impoverimento ad ampi settori di popolazione, non sempre coincidenti con i “vecchi poveri” del passato. Cresce la multi problematicità delle persone, con storie di vita complesse che coinvolgono tutta la famiglia; è sempre più diffusa la fragilità occupazionale, aumenta il disagio degli anziani, si impoveriscono ulteriormente le famiglie immigrate e peggiorano le condizioni di vita degli emarginati gravi». Nel testo si afferma, poi, che i dati provenienti dalle Caritas diocesane confermano una situazione allarmante.
Più del 29% di coloro che si rivolgono ai “Centri di ascolto” Caritas hanno meno di 35 anni, mentre il 6,7% sono anziani.
Emerge tra gli italiani il dato dei padri separati o divorziati, con una incidenza del 22,6%. Quasi la metà di loro, il 44,2%, ha richiesto beni primari per la sopravvivenza, mentre il 10,2% ha gravi problemi abitativi. A questa situazione Caritas Italiana e le Caritas diocesane rispondono con una rete di 1.760 servizi promossi e/o collegati alle realtà diocesane, dove operano 29.429 volontari laici. Complessivamente sono 14.246 i servizi socio-assistenziali e sanitari collegati con la Chiesa italiana, dove sono attivi 279.471 volontari laici. I Centri di Ascolto Caritas sono 2.832 con 28mila volontari laici.
18 luglio 2013
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