Produzione di autovetture in Gran Bretagna e in Italia dal 2000 al 2012 ( valori in milioni ). Nostra elaborazione su fonti OICA |
Sto preparando un nuovo articolo per spiegare come il Quantitative Easing impatta sull'economia reale. Per questo sono andato a studiare i dati di produzione di auto in diversi paesi per compararli, con quelli UE e con quelli Italiani. Sono rimasto allibito. L'Italia nel 2000 produceva 1 milione e 422 mila autovetture. L'anno scorso siamo arrivati a poco più di 390.000. (- 72.5%). La produzione è meno di 1/4 di 12 anni fa.
Stiamo morendo e nessuno urla, nessuno si arrabbia. Ma che paese è questo dove si muore lentamente, dove non proviamo nemmeno a dare una prospettiva di lavoro ai nostri figli?
SVEGLIAAAAAA!!!!
Pazzesco! Sono andato a controllare sul link dei produttori di auto e ci sono dei dati incredibili; questa è la vera deindustrializzazione
RispondiEliminala cosa incredibile è che la gente e nemmeno il 95% dei politici capiscono il vero motivo. Quasi nessuno conoscese la vera natura della moneta e il suo influsso sulla economia concreta. produzione e occupazione. Ho messo il grafico dell'Inghilterra perchè UK non ha marchi propri, perchè qualche hanno fa l'industria automobilistica inglese sembrava alla canna del gas, perchè l'Inghilterra è un paese con grossisimi problemi..... eppure svalutando la moneta, allargando il credito, eitando il credit crunch grazie al QE loro sono ancora lì in saluta e noi abbiamo solo ddegli zombi...... aziende sane ma prive di sangue (senza la liquidità e senza credito) Cazzo..... che deficienti incompetenti qualli che hanno firmato il patto di mastricht e quelli che continuano a sostenere la politica della Merkel. la maggioranza sono degli incompetenti......ma qualcuno che pur capendo continua a sostenere queste cose è proprio un delinquente!
RispondiEliminaho fatto qualche errore di ortografia..... nella foga dell'enorme incazzatura può succedere.
RispondiEliminaSono d'accordo con voi. La gente in gran parte non conosce nemmeno dei rudimenti di macroeconomia ma ciò che stupisce è che sostiene con forza tesi che non ha alcuna logica, solo perché la sente dire ai telegiornali o semplicemente perché è l'opinione della maggioranza. Io cerco sempre di spiazzare i miei interlocutori non cercando di convincerli (che poi diventa una questione di tifoseria e non c'è speranza) ma invitandoli a "non credere" a quello che dico. Anzi, a criticarmi. Ad accendere il cervello e contestarmi le cose nel merito.
RispondiEliminaIn alcuni casi, finisce di contestare subito le loro affermazioni, mi mostro "sinceramente" interessato. Questo abbassa le barriere e predispone l'interlocutore al dialogo a alla "responsabilità della dimostrazione". A questo punto, con poche domande mirate insinuo il cuneo della contraddizione e metto loro nella posizione di dover spiegare ed arrivare da soli a concludere ciò che già sapevo ma che se avessi detto io avrebbero ottenuto un secco rifiuto, se non la derisione.
Io penso che i politici siano in massima parte degli ignoranti non pesanti che seguono la linea del loro leader di partito. Puri strumenti di potere.
Poi ci sono i leader che sono messi al loro posto dai poteri forti. E oggi questi poteri sono rappresentati dal sistema bancario e finanziario (ormai non più divisi), che finanziano le campagne elettorali e dettano l'agenda politica a loro convenienza.
Sono d'accordo con voi. La gente in gran parte non conosce nemmeno dei rudimenti di macroeconomia ma ciò che stupisce è che sostiene con forza tesi che non ha alcuna logica, solo perché la sente dire ai telegiornali o semplicemente perché è l'opinione della maggioranza. Io cerco sempre di spiazzare i miei interlocutori non cercando di convincerli (che poi diventa una questione di tifoseria e non c'è speranza) ma invitandoli a "non credere" a quello che dico. Anzi, a criticarmi. Ad accendere il cervello e contestarmi le cose nel merito.
RispondiEliminaIn alcuni casi, finisce di contestare subito le loro affermazioni, mi mostro "sinceramente" interessato. Questo abbassa le barriere e predispone l'interlocutore al dialogo a alla "responsabilità della dimostrazione". A questo punto, con poche domande mirate insinuo il cuneo della contraddizione e metto loro nella posizione di dover spiegare ed arrivare da soli a concludere ciò che già sapevo ma che se avessi detto io avrebbero ottenuto un secco rifiuto, se non la derisione.
Io penso che i politici siano in massima parte degli ignoranti non pesanti che seguono la linea del loro leader di partito. Puri strumenti di potere.
Poi ci sono i leader che sono messi al loro posto dai poteri forti. E oggi questi poteri sono rappresentati dal sistema bancario e finanziario (ormai non più divisi), che finanziano le campagne elettorali e dettano l'agenda politica a loro convenienza.
Sei un grande!
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